N° 106

 

HYDRA CONNECTION

 

PARTE PRIMA

 

Di Carlo Monni & Mickey

 (con concetti e personaggi di Fabio Volino e Andrea Garagiola)

 

 

1.

 

 

Il Quartier Generale dello S.H.I.E.L.D. sorge su un isolotto separato dal resto del Complesso delle Nazioni Unite nel quartiere di Turtle Bay a Manhattan ed è composto da tre edifici interconnessi che gli è valso il soprannome di Triskelion.

In questo momento è sotto attacco da parte dell’Hydra. La Divisione Falco bombarda dall’alto le palazzine del Triskelion con missili aria-terra. La Divisione Dragone Marino fa lo stesso con missili mare-terra sparati dalle imbarcazioni emerse improvvisamente nella baia. Nello stesso momento i commandos della spietata Divisione Tigre tentano un assalto via terra sbarcando dalle navi o paracadutandosi dagli aerei.

Per fortuna, lo S.H.I.E.L.D. ha imparato dalle esperienze del passato: gli edifici hanno una blindatura molto efficace ed i danni sono contenuti.

Per gli agenti operativi sul campo di battaglia le cose non sono semplici e Dum Dum Dugan che guida la difesa lo sa bene:

-Mi sembra di essere di nuovo in Normandia ma dalla parte sbagliata.- borbotta mentre spara.

            Dum Dum Dugan vorrebbe mordersi la lingua. Rievocare il D-Day non è stato di buon auspicio. Gli agenti attorno a lui sembrano cadere come mosche. Era molto tempo che non si trovava coinvolto in uno scenario così drammatico; riconosce alcuni dei feriti e dei caduti, di alcuni ricorda anche i nomi o i familiari più stretti che riceveranno presto orrende notizie. Cerca di ritrovare la sua imperturbabilità e riparte all'attacco.

Le forze nemiche sono in superiorità numerica: per ogni agente che abbatte, due ripartono all'attacco, è come se il concetto stesso dell'Hydra stesse prendendo forma sotto i suoi occhi. Se non fosse per la sua esperienza, i colpi di due terroristi lo beccherebbero in pieno petto, e invece balzando via ottiene solo l'effetto di essere gambizzato.

Non dà loro la soddisfazione di urlare, digrigna i denti mentre cade pesantemente, rotola con le gambe fuori uso, sta comunque per cercare di sparare gli ultimi proiettili della sua pistola, ma altri due avversari sono di lui con i fucili puntati e non farà mai in tempo a schivarli.

Gli uomini non hanno il tempo di premere il grilletto: uno scudo rosso bianco e blu li colpisce alla schiena, uno dopo l'altro, come una carambola. Pochi istanti dopo una figura femminile in costume piomba in mezzo agli altri attaccanti.

-Capitan America!- esclama uno di loro.

-Ma che bravo.- replica Liz Mace recuperando lo scudo.

La comparsa della donna è come un'apparizione mistica per Dugan, non solo perché gli ha salvato la vita, ma perché vederla all'opera mentre sbaraglia gli avversari è uno spettacolo - che non può permettersi di gustare più di tanto. Anche dalla sua posizione di svantaggio, deve continuare a fare la sua parte, e così, bloccato per terra, ricarica le sue armi e si vendica gambizzando quanti più agenti dell'Hydra può.

Elizabeth Mace è una furia inarrestabile. Il suo scudo rispedisce al mittente la salva di proiettili che le viene scaricata contro da un lato, mentre dall'altro sforbiciate delle sue gambe atterranno un nemico dopo l'altro. Quando gli avversari vedono cadere i loro colleghi per il fuoco amico, fanno un passo falso, perché smettono di sparare, ed è lì che la patriota riprende a usare il suo fido scudo come una palla da bowling capace di fare uno strike dopo l'altro o come una palla da biliardo sapientemente scagliata in una geometria di rimpalli.

Quando cala un relativo silenzio, i due combattenti faticano a credere di avere un attimo di tregua. La donna ansima mentre guarda intorno la scia di cadaveri e corpi privi di sensi. In fondo non potevano davvero essere infiniti i combattenti di quel contingente, no?

-Le devo la vita, Capitano.

-Non lo dica neanche - annuisce la supereroina, chinandosi per caricare a braccia il ferito e portarlo al sicuro.

 

Se questo fosse un blockbuster cinematografico, la battaglia aerea, navale e terrestre che si è scatenata tra le forze dello S.H.I.E.L.D. e quelle dell’Hydra con l’arrivo dei rinforzi dall’Eliveicolo sarebbe descritta con immagini ed effetti speciali spettacolari, ma questa è la dura realtà e quando tutto sarà finito non ci saranno comparse che si rialzeranno con sangue finto sulle loro divise; solo tristi lettere da consegnare alle famiglie. Il Direttore Esecutivo dello S.H.I.E.L.D. ne è consapevole più di ogni altro.

Nick Fury è l'incarnazione del principio per cui i veri leader sono coloro che guidano gli altri sul campo di battaglia, non quelli che li comandano dalle retrovie o al sicuro di una stanza dei bottoni. È anche per questo se è da più di un decennio che nessuno si è ancora mostrato all'altezza di sostituirlo alla guida dello S.H.I.E.L.D.

Al suo fianco Jasper Sitwell. Come ai vecchi tempi:

-Non cedete!- grida a chi gli sta attorno -Siamo dalla parte della Giustizia, non perderemo!-

Caro, vecchio Jasper, è bello vedere che l’età e le preoccupazioni non hanno smorzato il suo entusiasmo, Anche quel che resta del vecchio Team Coulson si batte con valore ed anche Maria Hill appena arrivata da un SUV parcheggiato poco distante.[1]

Sono agenti scafati ed hanno avuto spesso a che fare con supereroi e supercriminali, ma sono anche esseri umani.

-Capitan America!- si lascia sfuggire Phil Coulson, come un ragazzino che incontra uno dei suoi idoli. -È un onore conoscerla.-

-Grazie, Agente, sarà meglio parlarne più tardi.- gli risponde bonariamente Liz Mace, dandogli una pacca sulla spalla.

-Giusto, Capitano, se ne usciamo vivi, potremo approfondire la conoscenza - ribatte Lance Hunter, stordito dalla chioma bionda dell'eroina e da quello che intravede al di sotto del suo costume.

Fa lo spaccone ma, in realtà, non ha avuto gli zebedei di usare un tono di voce udibile dalla leader dei Vendicatori.

 -Piacere di conoscerla, signorina - continua imperterrito, annuendo compiaciuto alla vista di Domino e della sua divisa di pelle nera -… e... piacere di conoscerla, signor... gorilla. Mi sto davvero presentando a un gorilla parlante?- si domanda, abbassando ulteriormente il tono di voce.

-Vorrei poter dire che qui in America siamo abituati a questo e altro, ma sono stranita anch'io - ammette Melinda May, gli occhi più stretti che mai, anche se non perde tempo a giustiziare nel frattempo due agenti nemici con due colpi netti di pistola.

-Non fateci fare altre magre figure, il Capitano ha ragione, pensiamo a combattere e sopravvivere.- - rimprovera Phil Coulson.

            Uno dei commandos dell’Hydra alle sue spalle lo sta prendendo di mira ma non ha l’opportunità di sparare: un proiettile alla schiena lo elimina dal gioco.

            Coulson si volta e vede una Lamborghini planare sul campo di battaglia. L’auto si ferma a mezz’aria e ne balzano giù: una bella donna dai capelli neri con meches bianche che indossa una versione succinta dell’uniforme dello S.H.I.E.L.D. ed un afroamericano sulla trentina dalla testa rasata ed una benda nera sull’occhio sinistro.

-Pare che sia arrivata appena in tempo per salvarti il culetto, eh, Phil?- dice la donna in tono fintamente allegro.

-Contessa!- esclama Coulson e rivolge un’occhiata perplessa all’uomo con lei, che maneggia le armi con abilità da consumato professionista.

-Le presentazioni a dopo, Phil.- gli dice Valentina Allegra De La Fontaine, Vice Direttrice Esecutiva dello S.H.I.EL.D. -Ora pensiamo a sbarazzarci di questi bastardi.-

            Né Coulson, né molti di quelli che stanno combattendo sanno che l’afroamericano in questione è il Sergente Scelto Marcus Johnson delle Forze Speciali dell’Esercito degli Stati Uniti e non è solo questo ma, come dice Val, ci sarà tempo dopo, se saranno ancora tutti vivi.

 

Gli abitanti di Washington si stanno abituando a vedere la silhouette del supereroe afroamericano chiamato Falcon stagliarsi nel cielo e qualcuno si chiede perché abbia scelto la Capitale come sua nuova dimora. In ogni caso, sapere che è di ronda li fa sentire più sicuri.

Chissà che direbbero quei bravi cittadini se sapessero che Falcon è anche Sam Wilson, Rappresentante al Congresso del 13° Distretto dello Stato di New York situato interamente nei quartieri di Harlem e del South Bronx nella famosa città omonima di quello Stato?

Uscire in costume è per lui il modo migliore per schiarirsi la mente e riflettere su alcuni recenti eventi:  la sua principale assistente al Congresso, Nicole Adams, è stata costretta a fingersi morta per sfuggire a ripetuti tentativi di assassinio collegati quasi certamente ad un’inchiesta su fughe di notizie che lui gli aveva chiesto di seguire[2] e proprio poche ore prima qualcuno ha cercato di ricattarlo inviandogli un video che mostra lui e Nikki mentre fanno sesso, un video che può essere stato ripreso solo da una telecamera nascosta nella camera da letto di Nikki.[3] C’è forse qualche collegamento tra le due cose? Chi la spiava è anche chi la voleva morta? Deve scoprire la verità costi quello che costi.

Il crimine non manca a Washington e non è solo quello dei colletti bianchi, anche se l’uomo e la donna che sono a colloquio con due afroamericani all’imbocco di un video potrebbero appartenere a quella categoria. Lo scambio di denaro con alcune bustine chiarisce immediatamente che tipo di transazione sia in corso.

Una sorda rabbia si impadronisce di Falcon mentre plana verso il gruppetto: sono quelli come quei due spacciatori che danno una cattiva nomea alla sua gente permettendo a pericolosi demagoghi di cercare facile popolarità a scapito della fascia più disagiata della popolazione.

Piomba in mezzo a loro sbattendoli a terra. Uno tenta di estrarre una pistola ma un colpo di una delle ali artificiali dell’eroe lo disarma. Il secondo spacciatore l’assale con un coltello a serramanico ma Sam gli afferra il polso e lo torce finché non si ode uno schiocco e l’uomo caccia un urlo per poi crollare in ginocchio tenendosi il polso rotto con la mano sana.

Falcon si volge verso i due acquirenti e dice:

-Datemi quelle bustine, adesso!-

            Il tono non ammette repliche e loro obbediscono senza protestare.

-Filate!- intima ancora Falcon e loro non se lo fanno ripetere.

            Sam si sente un po’ meglio adesso. Prende il telefono cellulare di uno degli spacciatori e compone il 911.[4]

 

 

2.

 

 

            Questa è la più grande operazione dell’Hydra da tempo immemorabile: un’azione coordinata da aria, terra e mare. L’intento non è solo uccidere o catturare Ward ma infliggere un colpo duro, se non mortale, allo S.H.I.E.L.D.

È per questo che il Barone Wolfgang von Strucker sta seguendo personalmente l’azione da vicino, sospeso a qualche centinaio di metri dal campo di battaglia, su un velivolo in modalità stealth che - come gli altri all'attacco diretto - è riuscito a superare le difese aeree statunitensi.

Già questo lo considera un grande successo, soprattutto dopo le misure di sicurezza successive agli attentati dell'11 Settembre e dopo l’attacco delle Sentinelle ad opera del Teschio Rosso, anche se tutti sanno che è un bene non nominarli nemmeno in presenza degli alti ranghi dell'Hydra. L'attacco di oggi riuscirà a sorpassare in gloria il colpo di fortuna di Al Qaeda?

Intanto, l’Hydra Imperiale coordina l’azione e Madame Hydra comanda sul campo.

-Gli eroi di New York non sono ancora intervenuti - commenta l'Hydra Imperiale, che sta avendo un quadro generale della situazione grazie alle sofisticate strumentazioni dello pseudo-Elivelivolo.

-Perché non possono. È tutto calcolato: non è un caso se abbiamo colpito adesso.- rivela Strucker, con disappunto dei presenti.

Ha la pessima abitudine di non divulgare tutte le informazioni utili.

-Stiamo subendo comunque ingenti perdite.- osa sottolineare l'agente di grado inferiore che risponde direttamente all'Hydra Imperiale. Il suo indice punta su una sorta di radar, da cui pian piano si spengono una serie di punti luminosi, ognuno per ogni agente fuori gioco.

-Se non vogliamo subirne altre anche qui, sarà meglio non contraddire le mie direttive.- lo mette a tacere il capo supremo.

E il gelo cala nella stanza dei comandi.

 

Lo scontro nei pressi è sempre più concitato. È perfino difficile capire chi stia vincendo. Il destino vuole che Nick Fury e Marcus Johnson si ritrovino spalla a spalla.

-E così ti sei voluto ficcare in questo casino, eh, figliolo?- borbotta Nick.

-Non potevo lasciarti da solo in questo pasticcio… e poi, è difficile dire di no alla Contessa.- replica Marcus.

-Non dirlo a me.- ribatte Nick.

            Una parte di lui è assurdamente contenta di trovarsi lì con uno dei suoi figli, che assurde riunioni di famiglia che ho, pensa.[5]

-Ehi, chi è quel tipo?- chiede improvvisamente Marcus,

Dopo aver portato in salvo Lincoln Campbell[6], lo Svanitore riappare sul campo di battaglia e solo il cielo sa quanto vorrebbe poter scomparire altrove, all'altro capo del mondo. Non pensava di trovarsi in una situazione del genere - un assordante concerto di spari, un fuoco incrociato di proiettili - quando è stato costretto dallo S.H.I.E.L.D. a lavorare per loro.

Domino gli fa da copertura approfittando del suo potere mutante di fortuna che fa sì che le pallottole degli avversari non li colpiscano, ma quanto durerà?

Eppure non può cedere alla paura, non può fuggire o verrà ucciso dalle nanomacchine che gli hanno iniettato nel sangue. Fa mente locale per ritrovare la prigioniera più pericolosa, l'inumana Alisha Whitley.

-Fa' presto.- lamenta Grant Ward, pur con apparente calma serafica.

-Non starlo a sentire, ma fai comunque presto - gli fa eco la mutante mercenaria, scaricando i caricatori di due mitragliette contro l'ondata di avversari che punta a catturare i prigionieri.

Lo Svanitore afferra il braccio della rossa inumana. Un proiettile vagante rimbalza sulla parete di metallo e lo colpisce all'addome, nell'istante stesso in cui si teletrasporta via con lei.

La fortuna di Domino dev'essersi esaurita per salvare se stessa.

-Proteggete i prigionieri!- urla Jasper Sitwell correndo verso Domino che sta facendo del suo meglio.

Una pallottola arrivata da chissà dove lo coglie ad una spalla. Il giovane barcolla ma riesce a non cadere e di nuovo grida:

-Ho detto di proteggere i prigionieri, portateli al sicuro.-

-Sto cercando di capire se lei è dannatamente coraggioso o dannatamente stupido.- gli si rivolge Domino.

-Probabilmente un po’ entrambe le cose.-

A parlare è stata Capitan America che mulina il suo scudo per bloccare i proiettili e contemporaneamente si rivolge a Maria Hill e Lance Hunter poco distanti:

-Portate i prigionieri al sicuro all’interno. Ed è bene dividerci, ci sono altre aree da mettere in sicurezza.-

            La Hill le rivolge un’occhiataccia e per un attimo Liz Mace teme che voglia contestare la sua decisione poi Maria si rivolge a Hunter:

-Muoviamoci. Io prendo la ragazza e tu il Direttore Sitwell.-

-No!- protesta Sitwell -Io posso…-

-Hai sentito le signore, amico?- ribatte Hunter -Non mi sembrano tipi da contraddire.-

            Sitwell non è nelle condizioni di reagire. Hunter lo sostiene ed insieme si avviano verso la palazzina più vicina seguiti da Maria Hill che sospinge rudemente l’enigmatica Raina.

            Quegli ultimi metri sembrano a tutti loro interminabili.

 

            Turtle Bay è forse uno dei quartieri più tranquilli di Manhattan, una zona residenziale e di uffici che ospita non solo il Complesso delle Nazioni Unite ma anche le sedi di parecchie missioni diplomatiche, dette impropriamente ambasciate, presso quell’istituzione e nella città nota per la più alta concentrazione di supereroi e supercriminali è sorprendente quanto rari siano stati gli attacchi sia verso l’ONU che verso le ambasciate e di sicuro non nella scala attuale.

            Sulla terraferma antistante l’isolotto dove sorge il Triskelion un gruppetto di persone sta osservando le varie fasi dell’assalto dell’Hydra.

-Decisamente una faccenda spinosa.- commenta Stephen J. North, agente di collegamento tra la C.I.A. e la Task Force Congiunta Antiterrorismo, composta da agenti di varie agenzie federali e detective del Dipartimento di Polizia di New York.

-Io lo chiamerei piuttosto un fottuto casino.- ribatte Arthur Stacy, Commissario di Polizia della città.

-Lì dentro ci sono i nostri Agenti Speciali May e Coulson della sede di Los Angeles.- dice Derek Freeman, Vice Direttore in Comando dell’ufficio locale del F.B.S.A.

-Finora siamo stati fortunati e la battaglia è rimasta circoscritta.- interviene Lee Kearns, il Vice Direttore in Comando dell’ufficio locale del F.B.I -Il mio ufficio ha già attivato tutte le procedure previste in questi casi. La mia squadra SWAT è pronta ad intervenire.-

-Anche noi. Siamo pronti- conferma Stacy -Il Sindaco ha ordinato l’evacuazione di tutta l’area intorno alla baia e l’intera zona è stata messa in sicurezza. Ho richiamato in servizio tutti gli agenti disponibili ed allertato anche Codice Blu, le loro armi speciali potrebbero essere molto utili contro l’Hydra.-

-Il Governatore ha dichiarato lo stato d’emergenza ed invierà al più presto la Guardia Nazionale.- interviene Raymond Halliday, Vice Procuratore Generale di Stato.

-Purché arrivi in tempo.- borbotta Kearns.

            Quello che si vede dal loro punto di vista non è confortante.

-Dove sono i Vendicatori quando servono?- lamenta a denti stretti qualche agente di grado minore, innervosito dallo scenario di guerra.

 

 

3.

 

            Una delle tre palazzine che compongono il Quartier Generale dello S.H.I.E.L.D. è la sede dell’Accademia vengono formati i nuovi agenti ed ufficiali della più grande agenzia di intelligence del Mondo.

            All’interno l’afrocaraibica Ann Weaver, attuale capo del Dipartimento Scienze e Tecnologie di quell’istituzione non può che tornare con la memoria al giorno in cui l’Accademia fu presa di mira dall’Hydra tempo prima.

-Ann…-

            Lei conosce quella voce e non è sorpresa quando vede l’uomo dai capelli e baffi bianchi elegantemente vestito che viene verso di lei appoggiandosi ad un bastone.

-Robert, perché sei qui?- domanda Ann, rinunciando a qualsiasi forma di protocollo.

-È stato il mio primo pensiero.-

Non c'è bisogno di aggiungere altro. Entrambi erano presenti quando l'Hydra attaccò e l'Agente Robert Gonzales perse l'uso di una gamba.[7] Se è qui, è per combattere il fantasma di quel trauma e ribaltarne le sorti. Più difficile a dirsi che a farsi, nelle condizioni attuali.

Un rumore di vetri infranti spezza il filo dei loro pensieri. I commandos dell’Hydra sono riusciti riescono ad entrare nell’edificio ed i due se li ritrovano davanti.

-Un vecchio storpio ed una negra, un magro bottino.- commenta il caposquadra.

Gonzales si mette tra loro e Weaver e replica:

-Siamo più che abbastanza per feccia come voi.-

-Pensi di spaventarci, vecchio?-

            Per tutta risposta Gonzales gli punta contro il bastone, preme un pulsante sul pomolo ed un proiettile coglie il suo avversario alla gola. Un altro colpo sistema un altro sgherro dell’Hydra ma i nemici rimasti sono troppi, le loro armi sono pronte a sparare. Senza un miracolo, entrambi saranno sicuramente spacciati

            Improvvisamente una finestra si infrange e qualcuno piomba all’interno. Ancora una volta, Capitan America rappresenta l'angelo della salvezza per gli Agenti dello S.H.I.E.L.D.

In questo frangente, le sue fattezze sono meno angeliche del solito: ciò che si intravede del suo viso è sfatto, visibilmente stanco, il costume stracciato e coperto di sangue in alcuni punti, il fiatone ben visibile e udibile. È lo scotto di chi sta macinando chilometri per battere a tappeto, uno dopo l'altro, i grandi spazi della base dell'Agenzia, per salvare il maggior numero possibile di persone.

Non è sola, perché - lasciando su altri fronti superumani come Quake e Gorilla Man - si è fatta scortare da due dei migliori agenti umani che ha trovato tra le forze di Fury e Sitwell: l'inossidabile coppia Phil Coulson-Melinda May del F.B.S.A..

Il trio si avvantaggia dell'effetto sorpresa per mettere agilmente al tappeto gli aspiranti carnefici dei due membri di alto livello dello S.H.I.EL.D.

Liz Mace è soddisfatta di averli indotti a venire con sé perché, nonostante abbiano una certa età, i due si dimostrano macchine implacabili. Il problema, ai suoi occhi, è che tendono a essere più violenti di lei. Se lei è bene attenta a mettere ko i soldati dell'Hydra senza ucciderli, per i due federali il teatro giustifica l'uso letale delle loro armi.

In un momento come questo, è al bando qualsiasi tensione o imbarazzo tra colui che guidava il team composto dalla May, dalla Johnson e dai Fitzsimmons e da chi ne ha preso il posto. Ognuno vive all'ombra dell'altro, per motivi diversi, ma una mano tesa non è mai stata così ben accetta.

-Grazie.- annuisce Robert Gonzales, rialzandosi grazie a Coulson, che ribatte:

-Grazie a voi per aver presidiato come potevate quest'area scoperta.-

-Com'è la situazione?-

-Stiamo... state perdendo molti agenti - dice Coulson, con un'iniziale defaillance. A volte dimentica di non essere più un agente dello S.H.I.E.L.D. - ...ma considerando le forze in campo, mi sembra che stiamo vincendo a testa alta.-

-Sì, la nostra superiorità tecnica sta arginando i danni. Non abbassiamo la guardia!- li incita Capitan America, mentre riprende a correre, ed è uno sprone irresistibile per tutti i presenti. Nonostante debbano farsi strada tra i corpi riversi di alcune giovani reclute.

 

            Grant Ward è solo, apparentemente dimenticato da tutti, bloccato nello stesso modo di Hannibal Lecter ne “Il silenzio degli innocenti” ma proprio come il folle psichiatra cannibale Ward ha trovato un modo per liberarsi ed ha deciso di usarlo adesso, sempre che resti vivo abbastanza a lungo.

Dimostra sagacia e coordinazione invidiabile quando, prendendo due piccioni con una fava, non solo si salva dalla scarica di proiettili che impazzano tra gli agenti che lo vogliono catturare - vivo o morto? - e i suoi ex alleati, ma sfrutta quegli stessi colpi per liberarsi: gli basta, per così dire, strattonarsi per parare i colpi con i polsi e le caviglie e fare saltare in aria le manette che lo costringevano.

-Ca##o - impreca per il dolore, mentre si libera dai rottami e si massaggia i polsi comunque feriti. Non ha molto tempo per darsela a gambe, ha un secondo per inquadrare la situazione e valutare le vie di fuga più percorribili. Ne ha individuata una alla sua destra, anche di facile accesso, se non fosse che il suo sguardo cade sul duello in corso davanti a sé: l'agente Quake è accerchiata.

Mentre sbalza via due agenti dell'Hydra davanti a sé, altri due stanno per giustiziarla alle spalle e, per quel che ricorda, la mezza Inumana non ha né senso del pericolo né la supervelocità tra i suoi poteri.

Scuotendo la testa per autocommiserarsi, Grant balza come una pantera sul terrorista più vicino, in tempo perché il colpo da lui sparato si perda verso l’alto e lo usa come involontario ariete umano per travolgere il suo collega, facendo mancare anche a lui il bersaglio.

-Ma che diavolo..?!- si volta Daisy Johnson, attonita nel vedere il prigioniero libero e nel pieno dell'azione.

Osserva Ward che raccoglie un'arma caduta e la usa per far esplodere le cervella dei due agenti dell'Hydra.

Vorrebbe chiedergli come ha fatto a liberarsi e invece l'unica reazione del suo corpo e della sua mente è una debole scarica che lo fa rotolare via.

Stordito, Grant Ward si lascia ammanettare dietro la schiena senza opporre resistenza. Sente su di sé lo sguardo perplesso di Daisy e nei suoi occhi legge una muta domanda:

“Perché?

            Nemmeno lui è certo della risposta.

 

Questo attacco doveva rappresentare la vittoria più clamorosa della storia recente dell'Hydra, eppure le sue truppe cominciano a trovarsi in difficoltà. Il tempo lavora contro di loro e lo sanno. Sarà la presenza dei metaumani ad aver sparigliato le carte, o semplicemente i soldati non sono veri soldati.

            L'agente semplice John Johnson sa solo che si sta pentendo di essersi arruolato nell'Hydra. Lo ha fatto sull'onda della disperazione, come la maggioranza dei suoi compagni. Esistono mosche bianche, come un paio di annoiati figli di papà animati dalla loro mentalità fascista, che vogliono dimostrare di poter fare la differenza nel mondo e ripulirlo da ciò che loro considerano la feccia.

La quasi totalità, invece, è della sua stessa pasta: senzatetto, uomini falliti, vittime del sistema, che non hanno niente da perdere o che covano una tale rabbia verso la società borghese che li ha abbandonati da accettare di imbarcarsi in un'avventura che cambia la vita. Tutti, chi più chi meno, sono coscienti che l'Hydra ha bisogno di carne da macello, quando vengono contattati. Così come lo sentiva John, quando fu avvicinato mentre vagabondava tra le strade di Kansas City. Che cosa aveva da perdere nell'accettare quella proposta indecente di quell'uomo distinto? Ormai sua moglie e i suoi bambini erano morti in quell'incidente, per colpa di quell'ispanico, e la depressione aveva preso il sopravvento, senza che avesse trovato il coraggio di uccidersi in modo plateale, secco. Aveva solo abbandonato il suo lavoro d'ufficio e si era lasciato andare, contando di morire di stenti.

Il veloce addestramento aveva tenuto la sua mente occupata e gli aveva fatto ritrovare una certa forza di alzarsi dal letto la mattina. Non aveva pensato che si sarebbe ritrovato in uno scenario di guerra come questo. Ha visto scorrere fiumi di sangue sia degli anonimi agenti dello S.H.I.E.L.D. sia i compagni della Divisione Tigre con cui ha diviso l'addestramento e le camerate: James, Jacob, Mikhail, Marc e tanti altri. Tutti rigorosamente maschi caucasici, anche se delle nazionalità più disparate. Amici o nemici, il sangue di tutti è dello stesso colore.

Sente che toccherà anche a lui spargere il proprio tra le mura del Triskelion, e finalmente si ricongiungerà alla sua Margaret e ai suoi Gabriel e Noah, anche se non crede più in un aldilà.

            Poi, come un'epifania, una voce risuona nel suo auricolare:

<<Ritirata!>>

John Johnson giura che se riuscirà ad approfittare di questo appiglio per uscirne vivo, scapperà all'altro capo del mondo e si rifarà una vita.

-Ritirata.- ha ordinato poco prima il Barone Von Strucker, non senza un certo livore tra le sillabe pronunciate.

-Ma come?! Non possiamo dargliela vinta così! Questa è un'occasione irripetibile!- s'inalbera Madame Hydra.

-È inutile combattere se non si può vincere.-

- Lo S.H.I.E.L.D, si beerà di questa vittoria per…-

-Lo S.H.I.EL.D. avrà presto quel che si merita. Abbiamo sempre ragionato sul lungo termine e non smetteremo oggi perché tu ti fai prendere dall'isteria.-

            La donna di più alto rango dell'Hydra serra i pugni fino a farsi male i palmi con le unghie. Che cosa poteva aspettarsi da un'organizzazione fascista e patriarcale, se non di essere contestata alla minima occasione di disaccordo? Per questa volta lo asseconderà.

-Ritirata.-  ribadisce funerea.

 

-Si stanno ritirando - nota l'ovvio la Contessa De La Fontaine.

-Non lasciamoli scappare così facilmente - ordina Nick Fury, prevedibilmente.

È più facile a dirsi che a farsi. Come lemmings, la maggior parte dei terroristi si dilegua verso l'esterno e si lancia in mare, pronta ad essere recuperata dalle imbarcazioni sottomarine della Divisione Drago Marino, mentre la Divisione Falco funge da copertura per le forze armate statunitensi che stanno cercando di intervenire via cielo e via mare.

-Dove pensi di scappare? - urla Gorilla Man, balzando addosso a un agente dell'Hydra pronto a lanciarsi in acqua e avvinghiandolo con le sue grosse braccia pelose.

-Mica solo noi possiamo essere prigionieri dello S.H.I.E.L.D., è giusto che facciate la vostra parte - lamenta Man-Killer, mentre gli dà man forte atterrando alle spalle altri due criminali e resistendo ancora all'istinto di ucciderli, proprio nella speranza che subiscano un trattamento equiparabile a quello della sua squadra.

 


4.

 

 

            Gli ultimi agenti dell'Hydra sono riusciti a fuggire in uno spettacolo pirotecnico e adesso è compito delle forze armate americane braccare velivoli e sottomarini che fuggono nascondendosi tramite le loro tecnologie di occultamento.

            La polvere si sta posando e finalmente i difensori del Triskelion possono tirare un po’ il fiato dopo una dura battaglia. I feriti più lievi vengono portati nella vicina infermeria, per quelli più gravi è organizzato il trasporto negli ospedali cittadini: Dum Dum Dugan, lo Svanitore, Jasper Sitwell e migliaia di altri il cui nome non verrà consegnato alle cronache né alla storia. Purtroppo c’è anche la mesta conta delle vittime: centinaia, contando ambo i fronti.

Lance Hunter Jr è felice di essere vivo. Ci sono stati momenti in cui ha creduto che non ce l’avrebbe fatta ma invece lui e tutti gli altri della sua squadra se la sono cavata solo con graffi, lividi ed escoriazioni, e non solo loro.

Stanno tutti facendo delle presentazioni più formali e lui vorrebbe tanto approfondire la conoscenza di Capitan America. Deve ammettere che ha proprio un bel…

-Scommetto di sapere a cosa stai pensando, Agente Hunter.-

            Lui si volta di scatto e si trova di fronte la Contessa con al fianco quel nero con la benda.

-Vice Direttrice De La Fontaine.- esclama.

-Non c’è bisogno di essere troppo formali, puoi chiamarmi semplicemente Contessa e se dovessimo arrivare a conoscerci meglio, magari anche Val.- replica lei ammiccando.

-Devi proprio flirtare con tutti i maschi che incontri, Val?- interviene Nick Fury.

-Solo con quelli che lo meritano, Nick.- ribatte Val poi si rivolge al nero -Tuo padre sa essere un vero guastafeste, Nicky.-

Da quelli che sono vicini arriva un’esclamazione unica:

-Cosa?-

La Contessa fa un ‘espressione da innocentina mentre sia Nick che Marcus Johnson le rivolgono uno sguardo irritato.

-Beh, cos’ho detto?- chiede, infine, Val -Non ditemi che volevate tenerlo segreto?-

-Ovviamente no...- replica Nick -… ma avrei preferito essere io a scegliere quando e come rivelarlo a chi non lo sapeva.-

-La penso come lui.- aggiunge Marcus.

-Beh, spiacente di avervi rovinato il vostro grande momento, ma ormai è fatta, quindi che senso ha prendersela?- ribatte la Contessa sbattendo le ciglia.

            A quanto pare, Nick Fury è pieno di sorprese, pensa, sorridendo, Capitan America. Chissà che direbbero i presenti se sapessero che nel SUV parcheggiato poco lontano c’è una ragazza che potrebbe essere anche lei sua figlia e che è una killer dei servizi segreti russi? Il suo è solo un sospetto e non ne parlerà di certo.

            È Lance Hunter a rompere il silenzio che si è creato:

-Questo è quasi avvincente quanto Eastenders!-

-Quanto cosa? - chiede a nome di tutti Daisy Johnson.

-Una delle soap opera di maggior successo in Gran Bretagna.- gli dà man forte Leo Fitz, mentre pensa che non vede l'ora di raccontarlo a Jemma.

-Non sono affari che ci riguardano.- cerca di tagliar corto Phil Coulson, per rispetto del vecchio boss, nonché tacito idolo.

-A meno che non interferiscano con le capacità di giudizio in missione.- manda una frecciata Melinda May.

Con il tradimento di Ward nel curriculum, la sua vecchia squadra è un'esperta in materia.

-Se avete finito di spettegolare su di me, vi consiglio di darvi una mossa.- interviene Nick, lasciando cadere nel vuoto la provocazione -L’Hydra voleva metterci in ginocchio ma non ci è riuscita ed ho intenzione di fargliela pagare per ogni singola goccia di sangue che ha versato oggi.-

            E nessuno ha nulla da aggiungere.

 

In uno dei corridoi della sezione dei laboratori qualcuno sta telefonando:

- ... sì, non stiamo avendo un attimo di tregua in questo periodo. Sono contento che tu sia lontana e non abbia rischiato la vita qui.-

Leopold Fitz sta parlando al telefono con la sua ragazza Jemma Simmons, temporaneamente stanziata presso i laboratori della NASA sulla costa ovest.[8]

<<E togliermi così tutto il divertimento? BÈ, sì, chi voglio prendere in giro... qui a studiare reperti extraterrestri mi diverto molto di più>> ammette la scienziata, dall'altro capo della linea.

- Se non ti conoscessi, non so se ci crederei. Stai già... facendo amicizia?- domanda allusivo.

Vorrebbe disperatamente chiedere se sta lavorando al fianco dell'astronauta belloccio Will Daniels, non ha il coraggio di esporre così la sua gelosia.

<<Non ancora, mi sto ancora sistemando. Né intendo stare più del dovuto qui>> lo tranquillizza lei.

-Va bene. Ti richiamo più tardi che sono arrivato dal Direttore.-

<<Ok, pasticcino>>.

Con il sorriso sulle labbra, Fitz bussa alla porta del Dott. Sidney Levine, il Direttore della Sezione Scientifica. Il suo capo, tecnicamente, quando non risponde al supervisore Gonzales.

-Mi cercava, dottor Levine?

-Prego, Fitz. Credo che tu sia rimasto l'unico nell'edificio a non chiamarmi «Gaffer».-

-Ci tengo al protocollo, signore.

-Goditelo.- s'intromette il suo vice, il figlio d'arte Timothy Dugan Jr., in altre faccende affaccendato.

-Come procede l'analisi dei relitti?- domanda Gaffer, riferendosi agli aerei dell'Hydra abbattuti da Daisy Johnson e Lincoln Campbell.[9]

-Bene, signore, anche se non abbiamo ancora ricavato notizie significative.-

-L'Hydra ci manda contro agenti scarsi ma è sempre scaltra nell'occultare le prove - commenta l’altro, senza rendersi conto della gaffe alle orecchie di Fitz, una vittima dell'agente dell'Hydra Ward. -In realtà ti avevo chiamato per una comunicazione... di cortesia. Ho affidato a un team indipendente di agenti della mia divisione le analisi su Grant Ward. Mi fido ciecamente dei Fitzsimmons ma, a prescindere dal fatto che l'agente Simmons è la biologa della... coppia e al momento non è in sede, io e Nick siamo d'accordo che per evitare conflitti d'interessi e... contaminazioni emotive, nessuno dello storico... Team Coulson sia coinvolto nell'analisi. Nulla di personale, nessuna svalutazione nella vostra professionalità.-

-Lo capisco, signore, sono più tranquillo anch'io così.-

-Mi fa piacere. A testimonianza della stima che ho nei vostri confronti, controlleremo insieme l'esito dei risultati, va bene?-

-Grazie, signore. Se non c'è altro...-

-Puoi tornare al tuo lavoro, figliolo.-

 

La North Organization è una delle più grandi società di contractors esistenti, ha clienti in tutto il Mondo. Le sue attività vanno dal supporto alle azioni delle forze armate di varie nazioni alla pura e semplice protezione di clienti pubblici e privati. Tutte attività apparentemente legittime e ben remunerate.

Carolyn St. Lawrence è, per così dire, la recluta più recente. Il suo essere una lesbica dichiarata le ha precluso ogni possibilità di promozione nei ranghi dell’Esercito e così lei si è congedata per cercare nuove e maggiori soddisfazioni professionali. Questa è la storia di copertura perché in realtà Cary è ancora nell’Esercito e si è infiltrata nella North per scoprire se quella società sia coinvolta in attività illegali. Finora non ha scoperto nulla ma qualcosa non la convince comunque.

In questo momento si sta allenando con Richard von Burian, ex ufficiale dei marines e con una mossa di judo lo fa finire al tappeto.

-Spiacente, Maggiore, ma pare che abbia vinto questo round.- gli dice.

-Devo riconoscere che lei è davvero in gamba, Colonnello.- replica von Burian.

            Anche se lo ha detto con apparente cordialità, Cary ne percepisce un’ostilità repressa e forse anche la diffidenza. Una questione di gelosia professionale o qualcosa di più?

            Una cosa è certa, pensa Cary: dovrà tenere sempre gli occhi bene aperti.

 

 

5.

 

 

            Laura Brown si sente improvvisamente stanca. L’adrenalina che l’ha sostenuta durante la battaglia si è ormai dissipata, ma non è solo questo: lo scontro diretto con le orde dell’Hydra le ha riportato alla mente ricordi di un tempo lontano. Di quando suo padre era l’Hydra Imperiale. Da quanto tempo non pensava a lui?

-Tutto bene, Laura?- le chiede il suo collega, e forse anche qualcosa di più, Jonathan “Junior” Juniper cercando di non sembrare apprensivo.

-Sì, Jon.- risponde lei -Ho solo bisogno di riposare e rinfrescarmi un po’. Ci vediamo più tardi.-

            Laura percorre un lungo corridoio e raggiunge una toilette delle signore. Pochi minuti dopo l’acqua di un lavandino le scorre sul viso.

            Quando alza finalmente la testa si osserva allo specchio sopra il lavandino e vede alle sue spalle un uomo dai capelli bianchi con una maschera nera dalle lenti rosse. Un nome le sfugge dalle labbra:

-Richard?-

            L’Agente Bravo ha atteso con pazienza il suo momento, quello in cui la sua preda avrebbe avuto la guardia più abbassata e quel momento è finalmente venuto.

Prima che lei possa reagire, le passa un braccio intorno al collo e con l’altra mano esercita una lieve pressione su una certa vertebra del suo collo facendola svenire.

-Mi dispiace Laura.- sussurra.

            La solleva tra le braccia e la porta presso una finestra. Nella confusione nessuno si è accorto del suo arrivo e con un po’ di fortuna nessuno si accorgerà della sua partenza con una prigioniera.

 

            Boss Morgan rientra nel suo appartamento di Harlem, è tornato libero dopo aver pagato una sostanziosa cauzione ma ora deve portare un braccialetto elettronico ed è obbligato a restare entro il raggio di cento metri dall’edificio dove si trovano la sua abitazione ed il suo ufficio. Dovesse sgarrare anche solo di un millimetro lo aspetta il carcere sino al processo e la confisca della somma e degli altri beni dati in garanzia per la cauzione ma lui non intende dare ai suoi nemici questa soddisfazione.

L’accusa di ostruzione alla giustizia può portarlo in carcere per diversi anni e l’udienza preliminare ha chiarito che esistono registrazioni audio e video che provano che lui ha ordinato di far sparire il cadavere della giornalista della WFSK Belinda Scott e distruggere ogni prova della sua presenza nel suo appartamento.[10] Le registrazioni provano anche che lui è innocente del delitto, commesso da un ignoto cecchino che voleva uccidere proprio lui e non Linda, che si era intromessa sulla linea di tiro salvandogli inconsapevolmente la vita, ma provano anche la sua colpevolezza nel distruggere le prove. L’appiglio che da sempre investigatori locali e federali cercavano per distruggerlo.

Deve trovare a tutti i costi un modo per cavarsela perché i suoi rivali come Cottonmouth non aspettano altro che l’occasione buona per impadronirsi del suo territorio.

            Apre la porta e sente una voce di donna dire:

-Sei tornato, finalmente! -

            Dal salotto esce una donna afroamericana come lui e che ben conosce:

-Leila!- esclama sorpreso -Che ci fai qui? Credevo fossi ancora a Los Angeles.-

-Sono tornata, come vedi.- replica Leila Taylor -Pare che tu abbia bisogno del conforto di un’amica in questi giorni.-

-E le gemelle?-

-Sono al sicuro, tranquillo. Sei molto carino a preoccuparti delle mie figlie.-

-Non sono solo figlie tue.-

-Di questo parleremo in un altro momento. Ora raccontami tutto, Paul.-

            Più impacciato di quanto ci si aspetterebbe da uno con la sua reputazione, Morgan inizia a parlare.

 

            Al Quartier Generale dello S.H.I.E.L.D., un anonimo Agente della sezione scientifica preleva - con una tempia imperlata di sudore, dettata dal timore della fama del "paziente" - l'ultimo campione biologico che gli serve dall'interno della guancia di Grant Ward. Per motivi simili a quelli che hanno esautorato Fitz dalle analisi, Fury avrebbe dovuto obiettare alla presenza di Daisy Johnson nel plotone incaricato di sorvegliare il prigioniero; la fiducia nell'Agente e nei suoi poteri metaumani avevano prevalso. Ciò non significa che la tensione non si possa tagliare a fette, nella sala detentiva.

Quake cammina avanti e indietro in attesa del risultato del test, come un padre all'esterno di una sala parto. A lei era sovvenuto il dubbio che l'Agente Ward fosse in realtà un clone dell'Hydra, che il collega a cui voleva bene fosse vivo da qualche parte - oppure morto, ma almeno con la coscienza pulita. Quella coscienza pulita che ogni tanto balugina, fa capolino, nelle azioni dello spregiudicato essere umano che si ritrova di fronte.

-Perché ti sei fermato ad aiutarmi, là fuori?- prende a parlargli dal nulla, guardandolo dritto negli occhi. Doveva togliersi quel groppone dalla gola.

-Uh? Forse sono un sentimentale.-

-Se mi vuoi far credere di provare ancora qualcosa per me... mi viene il voltastomaco. Davvero.- Daisy distoglie lo sguardo, con espressione effettivamente disgustata. -Tu non puoi provare nulla, per nessun essere vivente, nemmeno un cane. Spero solo che arrivi quel dannato risultato e di poter chiudere questa storia una volta per tutte.-

-Non spasimo all'idea di scoprire di essere un clone. Comunque vada a finire, vorrei ricevere un giusto trattamento.-

-BÈ, puoi scordartelo.-

-Anche se vi dessi il modo di raggiungere il Quartier Generale dell'Hydra e infierire loro un colpo mortale?-

-Come, scusa?- si congela Skye.

-Hai capito bene. Riferisci ai tuoi superiori: se mi darete le giuste garanzie sul mio futuro, nero su bianco, io vi fornirò le coordinate della nuova Isola dell'Hydra.-

Daisy Johnson sgrana gli occhi. Non si fida per nulla, ma non può non prendere il suo comunicatore per chiamare Robert Gonzales.

 

 

CONTINUA SU AGENTS OF S.H.I.E.L.D. 007

 

 

NOTE DEGLI AUTORI

 

 

            Praticamente nulla da dire. Chi non avesse letto Agents of S.H.I.E.L.D. #006 e Nick Fury #16 può forse trovarsi un po’ sconcertato dal turbine di eventi che gli sono stati presentati. Non possiamo che rimandarvi a quegli episodi per maggiori chiarimenti.

            Nel prossimo episodio: le manovre della North Organization si intrecciano con gli intrighi politici di Washington e con le conseguenze della guerra contro l’Hydra,

 

 

Carlo e Mickey



[1] Direttamente dall’ultimo episodio.

[2] Due episodi fa

[3] Sempre nell’ultimo episodio.

[4] Il numero delle emergenze negli Stati Uniti, nel caso non lo sapeste.

[5] Per esempio su Nick Fury #16 e nell’ultimo episodio.

[6] Su Nick Fury #17.

[7] In un dietro le quinte di Nick Fury Vol. 3° #25 (In Italia su Iron Man, Play Press, #45) raccontato su Agents of SHIELD #006.

[8] Come visto su Agents of SHIELD #006.

[9] Sempre su Agents of SHIELD #006.

[10] Come visto nell’episodio #75.